sabato 13 settembre 2008

Alpe di Siusi: Escursione ai Denti di Terra Rossa


L'Alpe di Siusi sulle Dolomiti con il suo scenario mozzafiato ci fa da cornice per questa escursione dalle tante sfaccettature. Partiamo dal rifugio Williams (Williamshütte), raggiungibile con una comoda seggiovia (Florian) da Saltria, su un comodo sentiero e dopo pochi minuti giungiamo al rifugio Zallinger; una breve visita alla Chiesa, uno sguardo al panorama e via...
Il sentiero (n.7) prosegue in direzione dei Denti di Terra Rossa, sotto la Cresta di Siusi, attraverso prati e boschi con un leggero saliscendi non impegnativo.
Dopo circa un'ora e venti minuti arriviamo al rifugio Dialer, nostra prima tappa.
Il luogo in cui sorge è spettacolare, ma il bello deve ancora venire. Anche qui è d'obbligo fermarsi ad ammirare il paesaggio: siamo proprio sotto il Molignon da una parte e i Denti di Terra Rossa (Rosszähne) dall'altra, senza dimenticare la splendida vista sul Sasso Piatto (Plattkofel). Dopo un buon caffè, proseguiamo sul sentiero n.4 in direzione Alpe di Tires: qui la salita diventa più faticosa, bisogna rallentare un po' il passo; passiamo di fianco a degli splendidi cavalli che non sembrano affatto infastiditi della nostra presenza......le cime sono sempre più vicine e guardandoci indietro ci rendiamo conto che in poco tempo abbiamo guadagnato parecchia quota, il paesaggio ora è più brullo e roccioso tipico delle Dolomiti. Il nostro cammino è accompagnato anche qui dal fischio delle marmotte......in circa 45 minuti arriviamo al rifugio Alpe di Tires (2440 mslm), caratteristico per il suo tetto color rosso.


Un po' affamati ci accomodiamo per un buon pranzo. Proseguiamo per la forcella dei Denti di Terra Rossa, che è a pochi minuti dal rifugio. Qui il sentiero è un po' esposto su un ghiaione, e bisogna prestare attenzione e avere il passo sicuro.....finalmente arriviamo alla Forcella dei Denti di Terra Rossa (Rosszahnscharte) alla quota di 2490 mslm, il punto più alto dell'escursione: il panorama che ci si apre davanti ai nostri occhi sull'Alpe di Siusi è immenso e mozzafiato, non molto indicato per chi soffre di vertigini. Da qui si può vedere l'altopiano dello Sciliar e in lontananza anche il rifugio Bolzano. Rimaniamo un po' di minuti ad ammirare la bellezza di questo luogo, quasi incantati......c'è anche una comoda panchina in legno.....
Proprio ai nostri piedi si apre lo strapiombo della forcella e non sembra possibile che si possa scendere a valle da qui.....


Comincia la discesa, il sentiero è un susseguirsi di zig...zag... e, senza lasciarci impressionare dalla sua pendenza, proseguiamo con un passo sicuro. Molto rapidamente giungiamo a valle e proseguiamo per prati fino al rifugio Panorama dove ci fermiamo a osservare increduli la forcella appena percorsa e a gustarci una meritata fetta di Sacher. Da qui si può proseguire su una strada asfaltata che porta direttamente a Compatsch (stazione a monte della funivia dell'Alpe di Siusi), oppure proseguire per prati sul sentiero che passa dal rifugio Laurin, dal rifugio Spitzbühl e scende a Compatsch, nostro punto di arrivo.
Per noi, amanti del trekking, è stata un'altra piccola conquista da aggiungere nel nostro diario personale.
Il percorso complessivo di questa escursione è di circa 16 km.


Punto di Partenza: rifugio Williams (m. 2100)
Dislivello: 390 m in salita – 665 m in discesa
Punto di arrivo: Compatsch m.1825 (stazione a monte della funivia Alpe di Siusi)

venerdì 15 agosto 2008

Escursione dal Monte Tamaro al Monte Lema (traversata)


Era un po' di tempo che avevamo pensato di compiere la traversata prealpina dal Monte Tamaro al Monte Lema, ma quest'anno il tempo non è stato affatto clemente; così aspettando aspettando, siamo giunti a fine luglio e finalmente ecco che le previsioni meteo lasciano ben sperare....una domenica senza pioggia!!! Partiamo da Varese alle 7.30 con destinazione Rivera (469 mslm) (Svizzera) e dopo circa 40 minuti giungiamo al parcheggio gratuito della funivia per il Monte Tamaro. La giornata è a dir poco fantastica: il cielo è limpido e la temperatura perfetta ci fanno sognare una escursione magnifica.....
Puntuale, come da precisione svizzera, apre alle 8.30 la funivia che ci condurrà all'Alpe Foppa (1530 mslm) punto di partenza della traversata.
Arrivati alla stazione della funivia facciamo una visita alla Chiesa S. Maria degli Angeli (architetto Mario Botta), a nostro parere una struttura molto strana per una Chiesa di montagna... dalla balconata la vista sulla vallata è magnifica...
Chi lo desidera può sostare qui, all'Alpe Foppa, dove c'è un piccolo lago, un bar ristorante e una slittovia per bambini e per adulti.....
Partiamo per l'escursione verso il Monte Lema (1620 mslm) e il primo cartello dei sentieri che incontriamo ci informa che il tempo di percorrenza è di circa 5 ore, ma niente paura, la giornata è lunga e noi siamo in forma......
Ci incamminiamo sull'unico sentiero (anche percorso per Mountain-Bike) che porta al Monte Tamaro (1961 mslm) che sale a zig zag con pendenza costante; davanti a noi la vista sulle Alpi va dal Monte Rosa (4634 mslm), al Cervino (Matterhorn 4478 mslm), al Dom (4545 mslm), al Weissmies (4023 mslm) fino al Monte Leone (3553 mslm). Passo dopo passo saliamo di quota sempre in modo costante senza “strappi” ripidi fino ad arrivare nei pressi di Motto Rotondo (1928 mslm) dove il sentiero si divide: si può scegliere se proseguire per la vetta del Monte Tamaro oppure prendere la via più facile che costeggia il fianco della montagna. Raggiungiamo l'avvallamento chiamato Bassa di Indemini (1723 mslm) situato ai piedi del Monte Tamaro e ci fermiamo ad osservare il panorama: una vista eccezionale sia sul Lago di Lugano che sul Lago Maggiore.
Proseguiamo poi verso il Monte Gradiccioli (1936 mslm) nostra meta per il pranzo. Poco più avanti il sentiero si divide nuovamente, nei pressi dell'Alpe Montoia, lasciando agli escursionisti la scelta se proseguire per la vetta del Monte Gradiccioli oppure se seguire il sentiero che costeggia il fianco della montagna (nostra scelta). Dopo un leggero sali scendi attraverso pascoli di mucche giungiamo su un pianoro da cui si vede il Monte Lema. Posati gli zaini ci godiamo la meritata sosta rigeneratrice sotto il Sole ma con una brezza leggera che da veramente sollievo.
Riprendiamo il cammino proseguendo verso l'Alpe Agario da cui si ha una splendida vista sulle valli del Luinese e sul paesino di Monteviasco; il sentiero prosegue in cresta e ci accompagna sempre una piacevole vista a 360° passando per il fianco del Monte Magno (1636 mslm) e per il fianco del Monte Zottone (1567 mslm); qui il sentiero prosegue in discesa per poi risalire al P.ne di Breno (1654 mslm). Ormai il punto di arrivo è sempre più vicino.....dobbiamo “affrontare” l'ultima discesa della traversata per poi risalire in vetta al Monte Lema. Dopo l'ultimo piccolo sforzo eccoci arrivati: sopra di noi vediamo volteggiare alianti e parapendii e finalmente ci godiamo un po' di riposo osservando la meraviglia della Natura. Siamo in perfetto orario per la discesa in funivia dal Monte Lema (corse ogni 15 minuti circa) a Miglieglia (706 mslm) e sopratutto per prendere il mitico Postale (unica corsa alle 17.15 circa) che ci riporterà a Rivera. Dopo un tragitto di circa 40 minuti attraverso tanti caratteristici paesini di montagna arriviamo al parcheggio della funivia del Monte Tamaro, nostro punto di partenza. L'escursione è lunga, circa 13 km, percorribile nei due sensi sempre con continui sali scendi, ma assolutamente da fare: così si ha la possibilità di riscoprire le bellezze del paesaggio e della natura della verde e soleggiata regione del Ticino.

Punto di Partenza: Rivera (parcheggio funivia Monte Tamaro)
Dislivello: 431 m (dall'Alpe Foppa alla vetta Monte Tamaro)
Punto di arrivo: Miglieglia (stazione a valle della funivia Monte Lema)

domenica 27 luglio 2008

Escursione: l'anello del Sasso Lungo


Di buon mattino partiamo da Colfosco verso il Passo Sella (2.240 mslm) e, parcheggiata l'auto nei pressi del rifugio Passo Sella (2.183 mslm), ci accingiamo a compiere una escursione memorabile attorno al Sasso Lungo che con i suoi 3.181 m. è una delle più famose cime delle Dolomiti.
Optiamo per la salita in cabinovia, che dal Passi Sella ci porta al rifugio Toni Demetz (2.681 mslm) facendoci risparmiare circa 1 ora e un quarto di cammino su una ripida e faticosa salita.
In pochi minuti ci troviamo nella forcella del Sasso Lungo situata tra le Cinque Dita e la maestosa parete del Sasso Lungo. Da qui cominciamo la discesa attraverso un vallone di detriti rocciosi costeggiando, alla nostra destra, la parete del Sasso Lungo. In alcuni punti il sentiero che scende a zig zag è costituito da gradoni rocciosi che richiedono molta attenzione e un po' di forma fisica. Il paesaggio sembra lunare, un vallone immenso con uno scorcio sulla Val Gardena: il contrasto visivo è notevole....
Passato il primo tratto piuttosto ripido, il sentiero prosegue più dolcemente in direzione del rifugio Vicenza (2.253 mslm) dove ci fermiamo per una sosta col pranzo al sacco.
Seduti sul prato il nostro sguardo viene catturato dall'imponente vallone appena percorso: sembra impossibile... ma siamo scesi proprio da lì...
Mentre mangiamo si avvicinano alcuni gracchi in cerca di qualche briciola e, i meno “timidi”, forse abituati alla presenza dell'uomo, le “rubano” direttamente dalle nostre mani... fantastico!
Proseguiamo poi, prendendo il sentiero a destra n.526 verso il vicino Col de Mezdì (2.113 mslm): davanti a noi si apre la splendida vista sulla Val Gardena, sulle Odle e sul Gruppo del Puez.
Da qui il sentiero si divide: si può proseguire sul sentiero n.526 oppure prendere il sentiero n.526A che continua su detriti rocciosi a ridosso della parete del Sasso Lungo. Giungiamo così al rifugio Emilio Comici (2.153 mslm) per un'altra piccola sosta, sia per riposarci un istante, sia per ammirare l'immenso panorama offerto da questo angolo di Dolomiti.
Ormai il giro è quasi concluso, proseguiamo per prati pressoché pianeggianti verso il Passo Sella, il nostro punto di partenza, costeggiando l'enorme frana chiamata “Città dei Sassi” proprio ai piedi del Sasso Lungo: da qui la vista sul Gruppo del Sella e sulle omonime Torri è impagabile....
Giungiamo al parcheggio decisamente stanchi, ma soddisfatti: un'escursione di circa 10 km che non dimenticheremo mai...


Punto di partenza: Rifugio Passo Sella (2.183 mslm)
Dislivello: 498 m
Punto più alto: Rifugio Toni Demetz (2.681 mslm)

martedì 22 luglio 2008

Escursione da Breuil-Cervinia al Lago Goillet


Dopo una dura e lunga settimana di lavoro, la voglia di rigenerarsi e rilassarsi in un “angolo di paradiso” era tanta. Purtroppo, le previsioni meteo sulle Alpi per il fine settimana non erano incoraggianti, ma volevamo trovare, a tutti i costi, “un'isoletta felice” in montagna dove il tempo ci potesse permettere di fare la così tanto desiderata escursione. Troviamo così l'unico “angolo” (nel vero senso della parola) dove il tempo era perfetto: Breuil-Cervinia (Valle d'Aosta).
La mattina presto partiamo da Varese, tempo previsto di percorrenza 2 ore e venti minuti, rispettato in pieno.
Percorrendo la strada che attraversa la meravigliosa Valtournenche, dopo alcuni chilometri, ecco che si fa subito notare il maestoso Monte Cervino (Matterhorn) con i suoi 4.478 mslm e con la sua caratteristica forma piramidale che ci lascia senza fiato.
Prima di arrivare a Breuil-Cervinia (2012 mslm) è d'obbligo una sosta al famoso Lago Blu (1981 mslm), nelle cui limpide acque si specchia “Sua Maestà” il Cervino; il lago, di per sé, è molto piccolo, bastano solo pochi minuti per percorrere il sentiero che lo circonda, ma i suoi colori che sfumano dal verde al blu e il contesto in cui si trova lo rendono unico.
Arrivati a Breuil-Cervinia, non essendoci mai stati, per prima cosa ci fermiamo all'ufficio Informazioni per acquistare una cartina dei sentieri (indispensabile compagna di viaggio nei sentieri di alta montagna); così, dopo averla consultata, decidiamo di salire al lago Goillet situato a 2.516 mslm.
La giornata è splendida, il cielo è di un azzurro così intenso e limpido che rende le montagne ancora più imponenti....
Dal centro di Breuil-Cervinia prendiamo il sentiero n° 15 verso Plan Maison, raggiungibile tranquillamente anche con una funivia che, volendo, prosegue fino al ghiacciaio Plateau Rosa (3.480 mslm) dove si scia tutto l'anno.

Il sentiero in salita, in alcuni tratti è un po' più ripido, ma in circa un ora e mezza arriviamo a Plan Maison (2.561 mslm); da qui sembra quasi di essere a “tu per tu” col Cervino, così vicino e così imponente che ci dà la consapevolezza di quanto è piccolo l'uomo. La tentazione di fermarci qui, su questo pianoro, è forte, soprattutto per l'ampio panorama che si gode sulla valle, sul Cervino e sul ghiacciaio del Plateu Rosa; comunque decidiamo di proseguiere sul sentiero n° 18 per arrivare alla nostra meta: il lago Goillet.
Il sentiero ora è agevole e pianeggiante, anche se in alcuni tratti non è ben definito e si prosegue su tracce di sentiero; la camminata è piacevole accompagnata dai numerosi “fischi” delle marmotte e da una leggera e rinfrescante brezza.

Dopo circa un'ora raggiungiamo il lago Goillet dove decidiamo di sostare per riposarci e mangiare. La pace regna assoluta, il lago, artificiale, ha un colore verde “sabbioso” che assume diverse sfumature in base ai giochi di luce creati dal passaggio delle nuvole; e, mentre ci ritempriamo sdraiati sul prato, ecco spuntare, a pochi metri da noi, una marmotta che, indifferente della nostra presenza, continua la sua corsa verso la tana; un'esperienza unica e indimenticabile.
Riprendiamo la nostra escursione sul sentiero n° 18 e iniziamo la discesa passando ai piedi della diga del lago e, dopo poche centinaia di metri, seguiamo le indicazioni per Breuil-Cervinia sul sentiero n° 16 percorrendo un dislivello di circa 500 m. e incrociando le piste da sci invernali.
Dopo circa un'ora, giungiamo al centro di Breuil-Cervinia, il nostro punto di partenza completamente rigenerati e soddisfatti nonostante un po' di stanchezza, pronti per riprendere un'altra settimana di lavoro.


Punto di partenza: Breuil-Cervinia (2012 mslm)
Dislivello: 549 m
Punto più alto: Plain Maison (2561 mslm)



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lunedì 7 luglio 2008

Escursione dal Passo del Maloja al Lago Cavloc



Siamo partiti da Varese per una gita giornaliera nella Val Bregaglia (Svizzera – Engadina Alta) con destinazione Passo del Maloja (1815 mslm), alla scoperta di questa splendida vallata. La giornata è serena e non ci lasciamo intimorire dalle previsioni del tempo che segnalano possibili piovaschi all'ora di pranzo.
Dopo aver imboccato l'autostrada a Mendrisio, ci dirigiamo verso il tunnel del San Bernardino, e successivamente proseguiamo sulla strada che conduce al Passo dello Spluga (2113 mslm); passata la dogana (Svizzera-Italia), scendiamo al caratteristico e antico paese di Montespluga (1908 mslm) e ci fermiamo un attimo ad ammirare l'omonimo lago e le cime che lo circondano...
Proseguiamo, poi, verso Chiavenna su una strada a tornanti a strapiombo sulla profonda valle; in alcuni punti è piuttosto stretta e in alcune gallerie il passaggio di due auto è molto difficoltoso...
Giunti a Chiavenna seguiamo le indicazioni per St. Moritz e rientriamo in Svizzera...
Finalmente arriviamo nei pressi del Passo del Maloja (1815 mslm), parcheggiamo l'auto in uno spiazzo poco sotto il passo.
L'escursione comincia seguendo le indicazioni per la diga Orden (dove si trova un parcheggio a pagamento) costruita per tenere sotto controllo le piene del fiume Orlegna: da qui parte il sentiero pianeggiante che è, in realtà, una strada sterrata chiusa al traffico che si addentra in direzione della Valle del Forno fino ad arrivare alla baita Salecina; da qui il sentiero diventa leggermente ripido attraverso un bosco di larici con splendidi scorci sul Passo del Maloja talmente incantevoli che risulta difficile descriverli.
Proseguendo siamo costantemente accompagnati dal fragore delle acque del torrente Orlegna e il paesaggio verdeggiante è spettacolare e, dinnanzi a noi, si staglia imponente il Pizzo dei Rossi (3027 mslm).
Dopo un tratto di sentiero pianeggiante ecco comparire tra gli alberi le limpide acque del Lago Cavloc (1907 mslm), circondato da prati che invogliano ad una sosta rigenerante e contemplativa. Nonostante sia una meta facilmente raggiungibile e frequentata, regna la tranquillità più assoluta, tutti rispettosi di questo luogo.
Qui la natura è padrona: il rumore delle cascate accompagna il cinguettio degli uccelli, i lontani fischi delle marmotte e il fruscio degli alberi accarezzati dal vento, questo è il “concerto” che la montagna sa offrire...
Nei pressi del lago si trova una caratteristica stalla dove si può gustare, con un modesto contributo, il latte fresco e i suoi derivati.
Non si può perdere il giro del lago che si snoda su un agevole sentiero dal quale si ammirano incantevoli scorci sulle sue insenature, da dove si possono osservare le innumerevoli sfumature e colori create dai giochi di luce. Dopo una sosta rilassante in riva al lago proseguiamo per il Passo del Maloja seguendo il sentiero che conduce al piccolo Lago di Bitabergh (1854 mslm) che porta direttamente alla diga di Orden.....Dopo circa un'ora arriviamo al parcheggio nei pressi del passo del Maloja, nostro punto di partenza, ritemprati dalla tranquillità e dallo “spettacolo di colori e suoni”......


Punto di partenza: Parcheggio nei pressi della diga Orden (1790 mslm) poco
sotto il Passo del Maloja (1815 mslm)
Dislivello: 117 m
Punto più alto: Lago Cavloc (1907 mslm)

lunedì 30 giugno 2008

Escursione da Pedraces al Santuario di Santa Croce in Badia



Partiti dalla Piazza del Comune di Pedraces (1324 mslm) ci dirigiamo verso S. Leonardo (1371 mslm) passando sulla strada a fianco della funivia che porta alla stazione a monte (1840 mslm).Noi decidiamo di proseguire a piedi. Lasciata la strada, prendiamo il sentiero che è abbastanza agevole e prosegue con una Via Crucis, e via via che si sale si fa sempre più ripido, addentrandosi nel bosco (sconsigliato in caso di recenti piogge perché molto scivoloso).
La salita è lunga e faticosa, ma ogni tanto si apre qualche scorcio tra gli alberi e la vista ci ritempra. Nonostante la giornata non sia delle migliori, man mano che andiamo avanti la voglia di arrivare alla meta è sempre più intensa. Percorriamo un lungo tratto nel bosco e ad un certo momento sentiamo i rintocchi delle campane del Santuario che ci ricordano che ormai siamo vicini alla nostra meta. Poi, come d'improvviso, gli alberi cominciano a diradarsi e vediamo il Sasso della Croce (2907 mslm) in tutto il suo splendore, anche se la cima è coperta dalle nuvole.
E cammina cammina, dopo un paio di curve vediamo finalmente il rifugio di Santa Croce in Badia (2045 mslm) e il Santuario, meta di pellegrinaggio, e dietro la maestosa parete della Croda di Santa Croce.
La vista è eccezionale, alle spalle siamo circondati da pareti enormi, e di fronte la vallata con vista sulla Gardenaccia e sul Sassongher (2665 mslm). Uno spettacolo che anche in questo caso ci ripaga della fatica.
L'escursione si può definire facile, ma richiede un po' di allenamento se si rinuncia alla salita con la funivia. Consiglio una sosta “mangereccia” al rifugio Santa Croce, dove si trova una cucina semplice e abbondante di ottima qualità (fanno polenta e formaggio in modo spettacolare). Più in basso, nelle vicinanze della stazione a monte della funivia si trova anche il piccolo lago Lè (1818 mslm) che decidiamo di andare a vedere. Un altro splendido angolo di Dolomiti che merita una visita.....ma purtroppo il tempo peggiora, comincia a piovere e siamo costretti ad incamminarci verso l' Hotel.....

Punto di partenza: Pedraces (1324 mslm)
Dislivello: 721 m
Punto più alto: Rifugio e Santuario Sasso della Croce (2045 mslm)

domenica 29 giugno 2008

Escursione al Sass Pordoi attraverso la Forcella Pordoi



Ero in vacanza nello splendido scenario delle Dolomiti, in Alta Badia, un luogo semplicemente affascinante e ricco di panorami mozzafiato. Tutte le mattine guardando dalla finestra dell'Hotel si presentava davanti ai miei occhi spalancati la maestosità del Gruppo del Sella, con la mitica Torre Exner della ferrata Brigata Tridentina, una delle più frequentate e famose ferrate delle Dolomiti.
In questa zona le escursioni sono innumerevoli e di varie difficoltà, dalla classica passeggiata per prati, all'arrampicata per i più esperti e temerari.

Per raggiungere le mete escursionistiche nei dintorni, passavo spesso dal Passo Pordoi (2239 mslm), dove mi fermavo ad ammirare l'imponenza del Sass Pordoi (2950 mslm), definito la terrazza delle Dolomiti, da dove si gode un panorama a 360°, raggiungibile con la funivia in soli 5 minuti.

Ma la mia attenzione è stata “catturata” dal sentiero che conduce alla Forcella Pordoi e all'omonimo rifugio,e da lì all'arrivo della funivia al rifugio Maria. Così tra me e me è nata una sorta di sfida: ce la posso fare? Penso proprio di sì......

La mattina del 26 agosto 2007 affronto la mia personale sfida, coinvolgendo anche mio fratello. Partendo da Colfosco in macchina, raggiungiamo il Passo Pordoi; una limpida mattina, cielo blu e delle nuvole neanche l'ombra. Lasciata la macchina al parcheggio della funivia, ci infiliamo gli scarponi, “una sistemata” allo zaino, controllando di avere tutto il necessario (soprattutto da bere, fondamentale nelle escursioni).....e via! Partiti!
La salita comincia prendendo il sentiero n. 627 a 2239 mslm che sembra anche piuttosto agevole, si cammina bene sul prato.....ma quasi subito si fa “sentire” la quota a cui non siamo abituati. Dopo poche centinaia di metri il sentiero si fa sempre più ripido,
e dal prato si passa alla ghiaia e ai sassi, ed è qui che comincia la vera sfida: lo scenario davanti a noi è incredibile, pareti di roccia enormi in verticale sia a destra che a sinistra e in mezzo il sentiero sempre più ripido che sale a zig zag verso il rifugio Forcella Pordoi (2849 mslm), la nostra prima meta, e nonostante un po' di “fiato corto”, l'adrenalina ci da la carica per proseguire. Ad ogni passo la pendenza è sempre più accentuata e l'aria è sempre più rarefatta; sopra le nostre teste la funivia continua il suo andirivieni,i turisti in cabina ci osservano, qualcuno fa “ciao con la mano”, e la domanda sorge spontanea: ma chi ce lo ha fatto fare? La risposta non tarda ad arrivare: la passione per la montagna, che va affrontata con rispetto e sentimento.
Sembra non finire mai il continuo zig zag, in alcuni punti si “affonda” un po' nella ghiaia, ogni due passi in avanti sembra di farne uno indietro, che fatica...
La salita prosegue e facciamo qualche sosta in più, ma ecco che si vede il tetto del rifugio, un'ulteriore carica a proseguire....guardando a valle non sembra vero che abbiamo percorso tutta questa ripida salita. Le gambe sono un po' appesantite, ma ormai il Sass Pordoi è “nostro”.

Eccoci finalmente dopo un'ora e mezza dalla partenza al rifugio Forcella Pordoi, prima meritata meta: lo scenario che ci si apre davanti agli occhi è impressionante, si vede la profondità del Gruppo del Sella e il Piz Boè (3152 mslm). Dopo una breve pausa rigenerante riprendiamo il cammino verso il Sass Pordoi, mancano “solo” 100 metri di dislivello, ma ci attende un gustoso pranzo al rifugio Maria, sulla terrazza del Sass Pordoi con magnifica vista sulla Regina delle Dolomiti: La Marmolada.





Alle nostre spalle spicca Il Sasso Lungo e il Sasso Piatto e le Torri del Sella, e di colpo la fatica svanisce.....



Punto di partenza: Passo Pordoi (2242 mslm)
Dislivello: 710 m
Punto più alto: Sass Pordoi (2952 mslm)

sabato 8 marzo 2008

Lago di Braies, Dolomiti


Colori e sfumature in una conca naturale di rara bellezza.


Lago di Braies e Croda da Lago, Dolomiti



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